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Termine per assegnazione immobile: perentorio o ordinatorio?

La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine per presentare un’istanza di assegnazione di un immobile in una procedura esecutiva è perentorio. Ciò significa che non può essere prorogato, e la sua inosservanza comporta la perdita del diritto. La sentenza chiarisce anche che la mancata presentazione di un’istanza di proroga, anche per termini ordinatori, ha le stesse conseguenze di decadenza. Questo principio mira a garantire la certezza e l’efficienza delle procedure esecutive.

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Pubblicato il 24 giugno 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile
### Domande e Risposte sulla Sentenza

**1. Qual è la differenza tra un termine perentorio e un termine ordinatorio in una procedura legale?**

La Corte di Cassazione chiarisce che la differenza sostanziale sta nelle conseguenze della loro inosservanza. Un **termine perentorio** è “una barriera invalicabile”: se non rispettato, si perde definitivamente il diritto di compiere quell’atto (decadenza). Pensate a una porta che si chiude per sempre. Un **termine ordinatorio**, invece, è “una scadenza da rispettare, ma con una porta socchiusa”: anche se non rispettato, non porta automaticamente alla perdita del diritto, ma potrebbe richiedere un’istanza di proroga prima della sua scadenza. Se però non si chiede la proroga per un termine ordinatorio, le conseguenze possono diventare le stesse di un termine perentorio: si perde la possibilità di agire.

**2. Cosa succede se un creditore non rispetta il termine per presentare un’istanza di assegnazione dell’immobile?**

Se un creditore, come nel caso esaminato, non presenta l’istanza di assegnazione dell’immobile entro il termine stabilito dalla legge (dieci giorni prima dell’asta), la Cassazione ha confermato che tale termine è perentorio. Questo significa che il creditore perde la possibilità di ottenere l’assegnazione dell’immobile in quel modo. In sostanza, è come se non avesse più il diritto di “bloccare” l’immobile per sé tramite questa procedura specifica. La sua istanza viene considerata inammissibile e il processo di vendita o assegnazione prosegue senza di essa.

**3. L’esito della vendita all’asta o la distribuzione finale del ricavato possono sanare un errore nei tempi di presentazione di un’istanza di assegnazione?**

Assolutamente no. La Corte di Cassazione ha ribadito che la validità delle fasi successive di una procedura esecutiva (come l’emissione del decreto di trasferimento o la distribuzione del denaro ricavato) dipende dalla regolarità degli atti precedenti. Se un’istanza di assegnazione viene presentata fuori termine, questo vizio “si propaga” agli atti successivi. Non importa se l’immobile è stato poi venduto o distribuito il denaro: l’accoglimento di un’opposizione contro l’atto irregolare (l’istanza fuori termine) rende nulli anche gli atti conseguenti. In altre parole, un errore commesso all’inizio invalida tutto ciò che ne deriva, perché l’intero processo si basa sulla corretta esecuzione di ogni singolo passaggio.

Avete mai sentito parlare di un immobile messo all’asta che un creditore vorrebbe aggiudicarsi? Cosa succede se si perde la scadenza per fare la richiesta?
Immaginate un’asta per un immobile. Ci sono regole precise, e una di queste riguarda i tempi. La Cassazione ha recentemente chiarito un punto fondamentale: il termine per chiedere che un immobile venga assegnato a sé, invece di essere venduto all’incanto, è perentorio. Cosa significa? Significa che è come un treno che parte: se non siete in stazione al momento giusto, perdete l’opportunità.
Prendiamo l’esempio di Gaja Casano. Lei voleva aggiudicarsi un immobile all’asta. Per farlo, doveva presentare un’istanza entro un certo termine, fissato dalla legge dieci giorni prima della vendita. Questo termine, ha stabilito la Cassazione, è “perentorio”, cioè non ammette scuse né proroghe. È stato paragonato a un muro invalicabile: se non si agisce prima che scada, l’opportunità svanisce.
Perché questa decisione è importante per noi?
Pensate a situazioni simili nella vita quotidiana. Magari dovete presentare un documento importante entro una certa data, o rispettare una scadenza per un concorso. La logica è la stessa: la legge vuole dare certezza alle procedure e garantire che tutti partano alla pari. Se i termini potessero essere sempre prorogati o ignorati, ci sarebbe caos e incertezza. La Cassazione, con questa sentenza, rafforza l’idea che il rispetto delle scadenze è cruciale, soprattutto quando ci sono in gioco diritti e beni di valore.
Quindi, il messaggio chiave è questo: attenzione alle scadenze! Quando si tratta di procedure legali, aste immobiliari o qualsiasi altra formalità che richieda il rispetto di tempi precisi, è fondamentale agire per tempo. Perdere un termine perentorio, come ha dimostrato questo caso, significa perdere la propria possibilità, senza appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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