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Ricorso per cassazione improcedibile: occhio ai termini

Con la sentenza N. 28155/2022, la Corte di Cassazione dichiara un ricorso per cassazione improcedibile a causa del mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata, come richiesto dall’art. 369 c.p.c. Questo errore formale ha impedito l’esame nel merito delle questioni sollevate dai ricorrenti in un’opposizione a un pignoramento immobiliare, confermando che la diligenza procedurale è un presupposto indispensabile per la tutela dei propri diritti in giudizio.

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Ricorso per cassazione improcedibile: una lezione sull’importanza delle regole

Avere ragione nel merito non basta per vincere una causa. La recente sentenza della Corte di Cassazione, N. 28155/2022, ci ricorda una verità fondamentale del diritto: la forma è sostanza. Un errore procedurale può costare caro, rendendo un ricorso per cassazione improcedibile e vanificando anni di battaglie legali. In questo articolo, analizzeremo come il mancato deposito di un documento abbia precluso alla Suprema Corte l’esame di importanti questioni in materia di esecuzione immobiliare.

Il Fatto: Dalla Procedura Esecutiva al Ricorso in Cassazione

La vicenda nasce da un pignoramento immobiliare avviato da un istituto di credito (poi rappresentato da una società veicolo) nei confronti di due privati, a seguito della stipula di un contratto di mutuo fondiario. I debitori si opponevano all’esecuzione forzata sollevando diverse eccezioni, tra cui la presunta nullità di clausole per anatocismo e usura, la vessatorietà di altre clausole contrattuali e l’opponibilità ai creditori di un diritto di abitazione sull’immobile.

Sia il Tribunale di Asti in primo grado, sia la Corte d’Appello di Torino in secondo grado, rigettavano le opposizioni. I debitori, convinti delle proprie ragioni, decidevano quindi di presentare ricorso per cassazione, l’ultimo grado di giudizio.

La Decisione della Cassazione: un ricorso per cassazione improcedibile

La Suprema Corte, tuttavia, non è mai entrata nel merito delle complesse questioni sollevate (usura, anatocismo, etc.). Il ricorso è stato dichiarato immediatamente improcedibile. Il motivo? Un vizio puramente formale, ma fatale.

I ricorrenti, nel depositare il loro atto di impugnazione, avevano omesso di allegare la copia autentica della sentenza della Corte d’Appello munita della relata di notificazione. Pur avendo affermato che la sentenza era stata loro notificata in una certa data (il 23.09.2022), non hanno fornito la prova di tale notifica.

L’Onere del Ricorrente e l’Art. 369 c.p.c.

La legge, e in particolare l’articolo 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile, è molto chiara: chi propone ricorso per cassazione deve depositare, a pena di improcedibilità, una copia autentica della sentenza impugnata. Se la sentenza è stata notificata (cosa che fa scattare il termine ‘breve’ di 60 giorni per impugnare), la copia depositata deve includere la relata di notificazione.

Questo adempimento non è un mero formalismo. Serve a mettere la Corte nelle condizioni di verificare un presupposto processuale fondamentale: la tempestività del ricorso. Senza la prova della data di notifica, la Corte non può sapere se il ricorso è stato presentato entro i termini di legge. Nel caso di specie, i ricorrenti non hanno fornito questa prova, rendendo il loro ricorso inammissibile.

Le Implicazioni Pratiche: Perché la Diligenza è Cruciale

Questa sentenza è un monito per avvocati e cittadini. La giustizia si muove su due binari paralleli: il merito (le ragioni sostanziali) e il rito (le regole procedurali). Trascurare il secondo può impedire al giudice di valutare il primo.

1. Onere della Prova: È onere del ricorrente dimostrare di aver agito tempestivamente. La Corte non è tenuta a cercare ‘aliunde’ (altrove) i documenti che la parte avrebbe dovuto produrre.
2. Irrilevanza del Merito: Tutte le argomentazioni sulla presunta illegittimità del contratto di mutuo sono state assorbite dalla declaratoria di improcedibilità. La Corte non le ha potute esaminare.
3. Conseguenze Economiche: Oltre a vedere il proprio ricorso respinto, i ricorrenti sono stati condannati a rimborsare le spese legali alla controparte, aggiungendo un ulteriore onere economico alla vicenda.

In conclusione, la sentenza N. 28155/2022 ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: la massima attenzione agli adempimenti formali e ai termini perentori è essenziale. Un diritto, per quanto fondato, non può essere tutelato se non viene esercitato secondo le regole stabilite dalla legge.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché i ricorrenti non hanno depositato la copia autentica della sentenza impugnata munita della relata di notificazione, come prescritto dall’art. 369 c.p.c. Questo ha impedito alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione.

Cosa significa che un ricorso è ‘improcedibile’?
Significa che il giudice non può esaminare il merito della questione (cioè se le ragioni del ricorrente sono fondate o meno) a causa di un vizio procedurale, come il mancato compimento di un atto richiesto dalla legge entro un termine perentorio.

Qual è la conseguenza pratica di questa decisione?
La conseguenza è che la decisione della Corte d’Appello di Torino è diventata definitiva. Nonostante le questioni sollevate (usura, anatocismo, etc.), i ricorrenti hanno perso l’ultima possibilità di farle valere a causa di un errore formale nel deposito del loro atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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