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Tassazione piattaforme offshore: No IMU oltre le 12 miglia

Con la sentenza n. 14552/2025, la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha stabilito un principio cruciale sulla tassazione piattaforme offshore. Rispondendo al ricorso di una società di riscossione comunale contro una compagnia energetica, la Corte ha chiarito che le piattaforme situate sulla piattaforma continentale, oltre il limite delle 12 miglia del mare territoriale, non sono soggette a IMU. La motivazione risiede nel fatto che la piattaforma continentale non costituisce ‘territorio dello Stato’ in senso stretto. Su di essa, lo Stato esercita una ‘sovranità funzionale’, limitata allo sfruttamento delle risorse, e non una piena sovranità territoriale, che è il presupposto fondamentale per l’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili.

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Tassazione piattaforme offshore: la Cassazione mette un punto fermo

La questione della tassazione piattaforme offshore è da tempo al centro di un complesso dibattito legale che contrappone le esigenze fiscali dei comuni costieri e gli interessi delle grandi compagnie energetiche. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14552/2025) ha finalmente fornito una risposta chiara e definitiva: le piattaforme situate sulla piattaforma continentale, al di là del mare territoriale, non sono soggette al pagamento dell’IMU. Vediamo perché.

I Fatti: Una Disputa Fiscale in Alto Mare

Il caso nasce da un avviso di accertamento notificato da una società di riscossione per conto di un Comune a una nota compagnia energetica, la Società Energetica Beta S.p.A. L’oggetto della contesa era l’omesso versamento dell’IMU per l’anno 2018, relativo a diverse piattaforme per l’estrazione di idrocarburi collocate oltre le 12 miglia marine dalla costa, ovvero sulla piattaforma continentale.

La società di riscossione sosteneva che, poiché lo Stato italiano esercita diritti sovrani su quell’area per lo sfruttamento delle risorse, essa dovesse considerarsi a tutti gli effetti ‘territorio dello Stato’ e, di conseguenza, le installazioni ivi presenti dovessero essere soggette alla normale imposizione immobiliare locale.

La Questione Giuridica: Territorio Statale o Sovranità Funzionale?

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione del concetto di ‘territorio dello Stato’ alla luce del diritto internazionale marittimo, in particolare della Convenzione di Montego Bay del 1982.

* La tesi del Fisco: Le piattaforme sono di fatto sotto la giurisdizione italiana. Non tassararle creerebbe una disparità di trattamento e potrebbe configurarsi come un aiuto di Stato illegittimo.
* La tesi della Compagnia: La sovranità dello Stato sulla piattaforma continentale non è territoriale e assoluta, ma meramente ‘funzionale’, cioè limitata al solo scopo di esplorare e sfruttare le risorse naturali. Non si può quindi parlare di ‘territorio’ ai fini fiscali.

I giudici tributari, sia in primo che in secondo grado, avevano dato ragione alla compagnia energetica, ma la società di riscossione ha portato il caso fino in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Tassazione Piattaforme Offshore

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del fisco, confermando le sentenze precedenti. Ha stabilito in modo inequivocabile che il presupposto per l’applicazione dell’IMU, cioè l’ubicazione dell’immobile nel ‘territorio dello Stato’, non sussiste per le piattaforme marine situate sulla piattaforma continentale.

Le Motivazioni: Un’Analisi Approfondita del Diritto del Mare

La Corte ha svolto una lunga e dettagliata analisi delle norme internazionali, chiarendo le differenze tra le varie zone marittime:

1. Mare Territoriale (fino a 12 miglia): Qui lo Stato esercita una sovranità piena, quasi identica a quella sulla terraferma. Le piattaforme in quest’area sono infatti soggette a IMU (come chiarito da precedenti sentenze, es. Cass. n. 3618/2016).
2. Piattaforma Continentale (oltre le 12 miglia): In questa zona, lo Stato costiero non ha una sovranità piena. Gode, invece, di una sovranità funzionale: ha il diritto esclusivo di sfruttare le risorse del fondale e del sottosuolo, ma non esercita un controllo territoriale generale. La navigazione, la posa di cavi sottomarini da parte di altri Stati e altre attività sono libere, nei limiti del rispetto dei diritti di sfruttamento dello Stato costiero.

La giurisdizione esclusiva che la Convenzione di Monte Bay (art. 60 e 80) riconosce allo Stato sulle installazioni per materie come dazi, fisco, sanità e immigrazione è, secondo la Corte, essa stessa ‘funzionale’. Serve a proteggere l’attività di sfruttamento, non a trasformare la piattaforma in un’isola di territorio nazionale in mezzo al mare.

Poiché manca il presupposto della territorialità, l’IMU semplicemente non si applica. Non si tratta di un’esenzione o di un’agevolazione, ma della mancanza di un elemento costitutivo del tributo.

Conclusioni e Principio di Diritto

La sentenza si conclude con l’enunciazione di un principio di diritto destinato a fare da guida per tutti i casi futuri:

> ‘Agli impianti fissi o galleggianti situati sulla piattaforma continentale […] non si applica l’imposta comunale sugli immobili, posto che la piattaforma continentale […] non è territorio dello Stato, essendo i diritti sovrani e la giurisdizione esclusiva su di essa assegnati allo Stato costiero […] esercitabili solo ‘funzionalmente’ allo scopo di esplorarla e sfruttarne le risorse’.

Questa decisione rappresenta una vittoria per le compagnie del settore energetico e un chiarimento fondamentale per i Comuni, che non potranno più avanzare pretese fiscali di questo tipo per le installazioni in acque internazionali. La distinzione tra sovranità territoriale e funzionale si conferma come il pilastro su cui si regge l’intero diritto del mare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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